
Barrìa
Baaria è il nome fenicio di Bagheria, il paese vicino Palermo, dove nacque il regista Giuseppe Tornatore.
Attraverso le vicissitudini di tre generazioni di una famiglia Bagheria, ci racconta un secolo di storia italiana, con le guerre mondiali, e l'alternanza sulla scena politica del fascismo, del comunismo, della democrazia cristiana e del socialismo.
Film superbo in VO certe, ma da vedere assolutamente per l'atmosfera e i paesaggi d'Italia con il suo fascino solare. Inoltre, la musica di Ennio MORICONE è sublime.
La sinossi
La storia di una famiglia siciliana che risale al Ventennio, gli anni del fascismo italiano. Cicco, che è stato apertamente costesting fin da bambino, è un pastore appassionato di letteratura epica.
Suo figlio Peppino, cresciuto durante la guerra, entrò a far parte del Partito Comunista, diventando uno dei principali rappresentanti a livello locale e riuscendo a sposare, nonostante la più assoluta opposizione della sua famiglia, Mannina, che divenne la madre dei loro tanti figli che saranno sempre considerati da alcuni sempre e comunque "figli del comunista".
Tornatore riprende la sua storia sulla terra che ama, la Sicilia, e lo fa con un affresco collettivo che ripercorre alcuni decenni di storia del secolo scorso.
Lo fa con questo atteggiamento che a volte va oltre l'enfasi, ma anche con un sincero desiderio di fare cinema a tutti i livelli.
Fare film significa per lui un omaggio consapevole e dichiarato a chi lo ha preceduto (qui in Sergio Leone, ma non solo) senza rinunciare al proprio stile narrativo, all'accumulo di immagini e situazioni.
È una corsa contro il tempo che ci è stata proposta fin dall'inizio con la figura del bambino che apre il film. Una corsa contro il tempo che cancella una memoria collettiva che sembra scomparire gradualmente e che Tornatore vuole tornare a noi scegliendo il percorso dello spettacolo rivolto al più ampio pubblico possibile.
C'è una scena in cui Peppino torna a Bagheria dopo essere partito per Parigi per trovare lavoro. Ha ancora la valigia in mano e un gruppo di suoi conoscenti, incontrandolo, gli chiede dove sta andando.....
Nessuno di loro ha notato la sua assenza.
Oggi, in pochi sembrano notare la perdita di conoscenza di un passato recente in cui umiliazioni, lotte e vittorie parziali hanno lasciato tracce profonde nella comunità siciliana. Segni che, come l'affresco sulla volta della chiesa, "dovevano essere cancellati".
Ma ciò che sembra ancora più urgente per il regista è mostrare che l'eredità di un passato con tradizioni negate dalla società non è ancora stata superata nella realtà sociale siciliana e non solo.
La sequenza del consigliere cieco urbanista che ha portato i piani di plastica e che li apprezza solo dopo aver intascato l'inevitabile tangente è uno di quelli che vengono ricordati.


