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Bacco era italiano, no?

L'Italia è il primo produttore di vino al mondo e il primo esportatore in termini di volumi, e l'eterogeneità della produzione riflette la diversità dei contesti regionali. La viticoltura italiana è caratterizzata da una molteplicità di vitigni autoctoni. Per alcuni, questa diversità riflette la ricchezza e l'autenticità della viticoltura italiana. Per altri, sembra essere una barriera alla nascita di un vigneto di qualità omogenea.
Ancora oggi il 60% della produzione vinicola italiana proviene da aziende agricole non specializzate, soprattutto in Sicilia.

Il sistema di classificazione dei vini italiani

è stato creato solo nel 1963 e riformato nel 1992.
La denominazione francese contrôlée corrisponde alla denominazione di origine controllata, la DOC. Sopra in più rigorosa la denominazione di origine controllata e garantita o DOGC. I vini di tavola sono i vini da tavola.
Nel 1992 è apparsa una riforma normativa chiamata Gloria Act. È emersa una nuova categoria, l'IGT: l'indicazione geografica tipica, che classifica i migliori vini regionali. Questo è l'equivalente della categoria dei vini locali.
La legge Gloria mira anche a rafforzare il controllo di qualità, subordinando tutti i vini DOC e DOGC all'approvazione di una commissione di degustazione.

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