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La Maremma ...

La "Camargue" in Italia...

La Maremma è un territorio piuttosto vasto, con confini poco definiti, situato in Toscana, sul Mar Tirreno e che si estende a nord fino al Lazio. Il suo nome deriva dall'aggettivo latino maritima e la caratteristica principale della regione è stata per lungo tempo il suo carattere paludoso e quindi malsano.
Le colline dell'interno, coperte da fitti boschi, sono attraversate da due strade romane, la Via Cassia e la Via Francigena.
Prima degli insediamenti del Ducato di Castro nel Medioevo, la Maremma era abitata dai Romani e dagli Etruschi, e vi erano importanti testimonianze della presenza umana in epoca preistorica.

Come la cultura dotta di Dante, anche la cultura popolare ha rappresentato la Maremma attraverso la canzone popolare: malaria, lavoro stagionale sottopagato, privazioni e sofferenze che hanno caratterizzato la vita in queste regioni fino a poco tempo fa.
Questo è ciò che cantano lentamente i versi di "Maremma amara", così come tutto era lento in Maremma: l'acqua stagnante, con le zanzare anofele, il progresso sociale, la lotta contro le rapine o l'analfabetismo.

Una delle opere principali di Ferdinando III, granduca di Toscana, fu il restauro della Maremma; la visitò frequentemente per vedere lo stato di avanzamento dei lavori e per attivarli, ma il suo nobile zelo e la sua lodevole sollecitudine devono essere stati per lui fatali.

Nel giugno del 1824, di ritorno da una delle sue escursioni in Maremma, sperimenta i primi sintomi di una febbre che non lo lascerà per il resto della sua vita.
Il figlio di Ferdinando III, Leopoldo II, gli succede e si lascia sedurre da questa compagnia. Intendeva così competere con il nonno Pierre Léopold (1747-1792) e suo padre che aveva ripulito la Val di Chiana e aveva già tentato di ripulire la Maremma.
La bonifica della Maremma, data la grande estensione del territorio interessato, fu un'impresa degna degli antichi romani e non di piccoli stati come il Granducato di Toscana. La parte da ripulire era quella che confina con il mare, dalla foce della Cecina fino al confine con lo Stato Pontificio.
I benefici di questa operazione sarebbero stati incalcolabili, in quanto avrebbe trasformato questi immensi corpi di acqua salmastra in terreni coltivabili.
Il conte Fossombroni, consigliere dei sovrani, aveva immaginato di ripulire la Maremma fin dal 1804 e lo aveva dichiarato apertamente in vari scritti. Pensava di costruire canali, strade e un porto, con l'aiuto di cittadini "volenterosi" per trasformare in breve tempo l'intera regione in ricchezza del regno.
Coloro che avrebbero voluto investire in questa società erano esenti da varie tasse, concesse alle porte delle città, dazi doganali e pedaggi.
Ciò che entusiasmò il popolo toscano fu la ristrutturazione nel 1780 della tenuta di Bolgheri appartenente al conte Camille de la Gherardesca.
Questa tenuta distava circa 70 chilometri da Pisa e sette chilometri dal mare, sulla riva sinistra del Cecina.
Per liberare questo vasto dominio dalle acque stagnanti e fangose che rendevano la terra improduttiva e pestilente, padre Ximenes, matematico, suggerì al conte della Gherardesca l'apertura di questo grande fosso, chiamato Camilla dal nome del proprietario, che fece subito prosciugare la terra tra Bolgheri, Bibbona e il mare.
Sulla base di questi precedenti, l'esempio del nonno, gli incitamenti di Fossombroni e le buone disposizioni dell'anima, Leopoldo II emanò il 27 aprile 1828 l'editto per l'igiene della Maremma a spese dello Stato.
I lavori iniziarono alla fine del 1829 e impiegarono circa cinquantamila operai provenienti da tutte le regioni della Toscana, da altri stati italiani e anche dall'estero, sotto la direzione del cavaliere Alessandro Manetti, che era sotto la diretta autorità del Granduca.
Il figlio del conte Camille, Guido de la Gherardesca, voleva continuare negli anni l'opera di risanamento del padre; ma le opinioni discordanti di ingegneri, esperti e idraulici lo costrinsero a sospendere l'esecuzione del suo progetto.
Eppure ciò che a tanti scienziati e ingegneri dell'epoca sembrava impossibile, fu facilmente raggiunto, senza rumore e arroganza, da un uomo oscuro e modesto che non aveva mai studiato in vita sua idraulica o scienze ingegneristiche. Quest'uomo fu il direttore di Bolgheri, Giuseppe Mazzanti, che, privo di teoria, ma ricco di luci dell'esperienza, attraverso l'osservazione del naturale movimento dell'acqua durante le piogge, riempì il canale chiamato Seggio Vecchio e ne scavò un altro, chiamato Seggio Nuovo, grazie al quale le immense terre paludose divennero le più fertili.
 

Il 26 aprile 1830 fu il giorno decisivo: completato il nuovo canale, le acque dell'Ombrone arrivarono molto rapidamente nella palude, migliorando tutto il territorio circostante1.
Il Granduca assegnò a Mazzanti una medaglia d'oro e il conte della Gherardesca fu pagato per il suo servizio.
La malaria è stata eliminata attraverso i servizi igienico-sanitari, mentre i latifondi sono stati eliminati attraverso la riforma fondiaria, la creazione dell'Ente pubblico maremmano e l'uso del territorio.
Ancora oggi la Maremma appare sotto la sua natura aspra e terrosa, con forti contrasti e colori affascinanti.
Nel sud-ovest della Toscana, questa Camargue italiana è da tempo terra di allevatori di cavalli. Ne è rimasta solo una manciata.
I butteri sono oggi i custodi della razza equina Maremmeno, praticamente non più utilizzata per seguire le mandrie, ma per lo sport, l'ippoterapia e nelle numerose strutture agrituristiche costruite nella regione.
Le aree protette, le più importanti delle quali sono il Parco Naturale della Maremma e il Parco Archeologico Ambientale di Vulci, hanno permesso di mantenere pressoché intatto l'ambiente, e quindi la flora e la fauna preesistenti.

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